lunedì 12 maggio 2014

Maggio.

Il mese di Maggio, per me, è un concentrato di ricorrenze. Compleanni (Beatrice, la mia mamma e mia suocera), anniversari matrimoni, festa della mamma e quest'anno si è aggiunta la prima, grande  festa dell'Istituto che frequenta Beatrice. 
Ed è grazie a questa festa che sono almeno tre settimane che vivo "nel passato". Sto raccogliendo informazioni, fotografie, notizie e curiosità sulla storia del nostro paese. E devo dire sono rimasta piacevolmente sorpresa di come sia nato questo normalissimo paese alle porte di Milano. Tra allevamenti di bachi da seta, corti, briganti e malfattori, paciarelle e gamba de legn ho realizzato delle mini storie da raccontare agli alunni delle varie classi. Sono orgogliosa del lavoro che ho fatto. E questo mio buttarmi a capofitto in un mondo oramai così lontano dal nostro, mi ha fatto riaffiorare ricordi di tanti anni fa, della mia infanzia e della mia Toscana.

                                                             ***

Avevo due mesi quando per la prima volta mia madre mi portò in Toscana a casa della nonna. E da quel giorno, ogni estate da giugno a settembre (e a volte anche oltre) io la passai in un piccolo paesino di nome Casole d'Elsa. 



Estati indimenticabili. Mi ricordo che il vecchio benzinaio del paese quando mi vedeva mi diceva sempre " Oh Paolina che ci fai qui? Tu sei milanese torna a Milano." e io quasi con le lacrime agli occhi rispondevo "Nooooo, io sono Toccana !!!" Amavo stare a Casole con mia nonna e mio zio. Amavo aiutare mia nonna ad andare a prendere l'acqua alla "Pompina" (fontanella), perchè in casa non c'era ancora l'autoclave. Amavo fare il bagno la domenica mattina nella tinozza di ferro, messa in cucina mentre il profumo del sugo toscano riempiva l'aria. E poi andare alla messa con nonna e le sue sorelle. Amavo la sera dopo cena uscire per andare a "raccogliere" le lucciole e poi (povere) tornata a casa metterle sotto un bicchiere e trovarle, la mattina dopo, trasformate in soldi ... . Amavo andare la sera a letto con mia nonna, nel grande letto con le lenzuola sempre fresche di bucato e per addormentarmi , lei sempre paziente (e come solo le nonne lo sanno essere) mi faceva i "grattini". Ma la cosa che amavo di più e mi faceva contare i giorni per l'arrivo dell'estate era la numerosa compagnia di cugini, cugini dei cugini, amici dei cugini che  avevo. Sin da piccola quando mia nonna mi portava fuori eravamo sempre tantissimi, crescendo le nonne, le zie si sedevano sulle panchine e noi indisturbati da macchine e pericoli giocavamo a nascondino per le vie del paese, facevamo i gavettoni a Ferragosto e  grandi merende con burro e zucchero spalmato su fette di pane toscano Mi ricordo di aver persino giocato nelle tombe etrusche, che successivamente sono state chiuse ... per poter  costruire delle case.
Eccovi la fotografia di una piccola rappresentanza del grande gruppo ... io quella con la faccia da scimmia e i capelli alti "tre metri" e le gambe direi piuttosto magrine ... ahahahah.



Ricordi indelebili che, ora diventando un pochino diversamente giovane, si affacciano alla memoria e mi fanno dire ... che sono stata molto fortunata. E delle volte vorrei poter portare indietro il tempo per far provare  ai miei figli  la gioia di correre in un prato, senza la paura di bucarsi con un ago ... oppure giocare indisturbati  per le strade o  vedere il meraviglioso spettacolo di centinaia di lucciole che illuminano  la strada. 
Ma giustamente loro devono andare avanti ... ma delle volte mi chiedo dove stanno andando o meglio  dove li stiamo portando?
Buona giornata.





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