lunedì 26 maggio 2014

Fagiolini e ... pensieri.

Quando pulisco i fagiolini, inevitabilmente la mia mente inizia a viaggiare velocissima, pensieri, idee, progetti, paure. Non capita anche a voi?  Secondo me pulire questi ortaggi è un gesto che aiuta a  riflettere,  svelare confidenze e segreti. Mi ricordo da piccola in cucina con mia nonna Vera (la nonna toscana) ;  lei cucinava e io seduta sulle scale di casa pulivo i fagiolini e raccontavo o meglio ascoltavo i suoi racconti della guerra, di mio nonno, di mia mamma e della sua vita. Momenti intimi, dolci e indimenticabili.
Ma ritornando ai fagiolini di questa mattina, riflettevo su di una cosa. Come possono una mamma e anche un papà  uscire indenni dal periodo pre e adolescenziale dei propri figli? Oddio che montagne russe di sentimenti. Che scorta di pazienza bisogna avere e trovare. So benissimo che non ho scoperto nulla di nuovo. Ma un conto è sentirlo raccontare un conto è viverlo sulla propria pelle. Musi lunghi che all'improvviso diventano sole accecante (potere di un suono del cellulare). Parole tirate fuori con la tenaglia, cacciavite e pinze. Oppure parole che escono come fiumi in piena. Non puoi permetterti di fare una domanda di troppo, potrebbe essere la fine di una giornata tranquilla. Week end attesi e subito "sgonfiati" perchè  di quello che vorremmo fare, mai riscuote il loro interesse ... 
Montagne di vestiti che giacciono inermi sulla sedia (soprattutto della sedia di Beatrice) e guai a toccarli, devono rimanere lì ... lei deve avere a portata di mano i suoi outfit preferiti. Troppo lontano l'armadio!!! E con Edoardo se provi a chiedere informazioni sugli amici, sui compagni ...  si scatena l'ira di Eolo il dio del vento ... sbuffi a non finire.
E' sempre un viaggiare in bilico, non sai mai se ciò che starai per fare o dire o cucinare o proporre o chiedere potrà essere il preludio di momenti tranquilli, sereni oppure, e sempre più spesso, l'inizio di uno tsunami che ti stravolgerà la giornata. Allora e io e Marco a quel punto, oramai ci basta uno sguardo, ci vestiamo, ci mettiamo le nostre scarpe da runner (per disperazione) e in silenzio usciamo , una corsetta, una passeggiata ... un momento normale per affrontare al nostro rientro ... cosa? Non lo sappiamo mai.


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