lunedì 9 febbraio 2015

Risotto giallo di nonna Adele.



Una cucina, cuore della casa. Un divano, un tavolo grande, il mobile con la televisione per seguire la loro squadra del cuore, l'Inter, o il ciclismo. Oppure il festival di Sanremo. Un lavandino, adesso che ci penso anche piccolo, per lucidare le meravigliose pentole di alluminio. E la cucina a gas. Per cucinare il risotto giallo, il mio preferito. Tanti anni sono passati dal profumo di quel risotto e dalla voglia che arrivasse il sabato e la domenica per stare con loro.

Molte sono le ricette che si trovano nel mondo web di questo tipico piatto milanese. Paesane, caserecce o gourmet. Se  la memoria non mi ha tradito, ma non credo visto l'amore sviscerale che avevo e ho tutt'ora per questo primo  di cui amavo e amo  il sapore e soprattutto il colore , vi racconto con parole che cercano aiuto nel cassetto dei ricordi la ricetta di nonna Adele.

El Risott giald o Risotto allo zafferano.

Olio e soprattutto tanto burro. Il midollo dell'ossobuco (a quei tempi il timore mucca pazza non era neanche lontanamente in agguato) e cipolla rossa.
Faceva  soffriggere il tutto. Buttava il riso , lo faceva  rosolare un cicinin e aggiungeva un bicchiere di vino bianco. Quando il vino era evaporato, nel frattempo mi raccontava storie della sua vita durante la guerra (e ora mi mangio rabbiosamente le mani per non aver scritto quelle storie, ma confidavo nella mia memoria ... ) copriva il riso con un buon brodo vero (lei lo faceva di carne) e lasciava cuocere per circa 20 minuti . A cottura ultimata, spegneva il fuoco e lasciava riposare il risotto. Aggiungeva qualche fiocco di burro e serviva caldo.
All'epoca io ci aggiungevo il formaggino Mio quello della Susanna e di fianco a me nonno Alfredo lo "annaffiava" con un buon bicchiere di vino rosso naturalmente un Barbera.

Oggi per cause dovute al progresso, ai gusti o alle migliaia di diete che ci tolgono il sonno,  lo cucino omettendo il midollo !!! Togliendo completamente il burro e aggiungendo a cottura quasi ultimata la ricotta fresca. Buona anche la versione 3.0, ma il sapore di QUEL risotto non ha eguali. Forse perchè lo mangiavo insieme ai miei nonni che in dialetto stretto litigavano, discutevano e si amavano a modo loro. E io spettatrice di un mondo che , allora, non sapevo, mi sarebbe mancato tantissimo.

A voi la scelta della ricetta.


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